Visualizzazioni totali

mercoledì 25 marzo 2015

Intervista a Ivan Janina, 1906



Nastro 1996-10 / lato B (da n. 12’03’’ alla fine)
Intervista a Janìna Ivan (accento mio, per pronuncia corretta), nato il 15-7-1906 a Volarje, fraz. di Tolmino.                           
Registrazione 30 agosto 1996

Numerazione minuti progressiva (cassette unite)

Il primo giorno gli italiani sono andati sopra, su per il Mrzli Vhr, ma gli austriaci gli tiravano giù sassi… si erano preparati delle cataste di sassi e quando gli italiani iniziarono a salire…vhruum… fecero rotolare giù i sassi… e gli italiani colpiti, si lamentavano:«Ahi, oh mamma mia, oh!»
Io ho sempre abitato in questa casa.
02:30 Quando sono arrivati gli italiani abbiamo continuato a rimanere qui in casa per più di un mese e poi metà paese è andato in Italia, mentre noi siamo andati in territorio austriaco. Quelli che sono andati in Italia sono stati meglio, ma quella volta non si sapeva.
03:25 Noi siamo stati proprio in Austria, vicino a Vienna, a Bruck an der Leitha. Eravamo nelle baracche … la cucina per mangiare era in comune e si mangiava male.
Mio padre era soldato, si chiamava Giovanni, come me (Gianìna Giovanni) ed era nato nel … era soldato, ma avendo passato i quarant'anni era a lavorare in Austria, non era al fronte.
Gli italiani sono arrivati da Luico-Livek, poi Caporetto, Kamno, Volarje e sono andati fino a Dolje e lì c'erano gli austriaci.
Gli italiani sono passati, i bersaglieri in bicicletta… sono andati avanti su questa strada ancora per poco e poi sono stati fermati dagli austriaci a Dolje.
07:29 Gli italiani salivano sul Mrzli Vhr e gli austriaci da sopra vrhuu gettavano giù sassi… sono arrivati anche due soldati italiani che sapevano parlare slavo perché venivano dalla Benečija (Slavia Friulana), e hanno parlato con la mia mamma.
In questo mese che sono stati qui gli italiani noi bambini si guardava. Gli austriaci dapprima si fermarono in paese e guardavano con il cannocchiale verso l'acqua dell'Isonzo, dove gli italiani facevano il bagno.
Noi bambini non si capiva cosa dicevano…
I soldati italiani … ce n'erano di buoni e di cattivi … sono arrivati sempre con il fucile puntato nei confronti della popolazione.
Siamo partiti profughi … fino a Tolmino a piedi, abbiamo approfittato che per un paio di giorni non c'era neanche un italiano qui in paese.
Gli italiani sono arrivati qui in pochi, all'inizio…
12:20 Siamo andati [profughi] fino a Tolmino e a Santa Lucia, con i cavalli e poi abbiamo preso il treno che ci ha portato in Austria…
In Austria non ci siamo trovati bene; meglio sono stati quelli che andarono in Italia. Molti si fermarono qui Breginj (Bergogna), quelli che erano ancora capaci di lavorare; i piccoli e le donne sono stati mandati in Italia. Loro stavano meglio perché avevano da mangiare in abbondanza e buono.
15:53 Ma in Austria, barabbe! E più di metà sono morti. In casa nostra due fratelli più piccoli di me e mio nonno vecchio sono morti lì in Austria, di fame.
L'Austria = barabbe! 
Quando siamo arrivati qui, ah! siamo andati con i soldati e pastasciutta a volontà, non c'era più fame, da mangiare fino a qui!
Siamo tornati che era ancora nel 1918, e non c'erano gli italiani (la guerra era sul Piave). Poi sono ritornati nuovamente gli italiani, e si riprese a mangiare.

1996-11 / Lato A   [da inizio a 20:46 su cassetta originale]

19:45 Volarje, quando siamo ritornati la casa era rovinata: era la primavera del 1918, in tempo per le semine.
I più vecchi andarono più avanti di Caporetto in cerca di qualcosa da mangiare, da comprare, ma era difficile trovarlo.
I campi erano infestati di residuati della guerra, che vi rimasero per più di venti anni. Venivano anche da fuori a cercare residuati. Italiani…
Quando ritornarono gli italiani c'era da mangiare bene, in ogni casa sono entrati due o tre soldati a dormire, per un paio di mesi.
All'inizio (primi giorni della guerra) gli italiani venivano da Caporetto, lungo la strada con le biciclette. Io sono stato lassù sulla strada a guardare, non avevamo paura, e quella volta che sono andati li abbiamo guardati; non parlavano con noi piccoli.
24:22 Gli austriaci buttavano i sassi dall'alto, e gli italiani gridavano «Aiuta! aiuta! oh mamma mia!». Oh, quello sì che lo ricordo, qualcuno anche morì, a causa dei sassi…
Gli italiani, durante il primo mese, sono arrivati … sono andati a Gabrje; poi sono tornati indietro, sono ritornati gli austriaci qui a Volarje, (due - tre, qualche pattuglia)
Nessuno ci ha detto di andare via. Un giorno sono arrivati … e metà abitanti sono andati verso Selišče, non so se a piedi o a cavallo. Poi gli italiani (o in paese … dicevano) che domani sarebbe toccato all'altra metà del paese essere portata via, e siccome non si fece vedere nessuno noi siamo andati per conto nostro, verso Tolmino, siamo andati a Gabrje, a piedi.
28:15 Da Gabrje per la strada gli austriaci avevano messo delle frasche che impedivano di vedere (frasche di nocciolo, mi mostra il ramoscello). Da Gabrje siamo andati a Zatolmin.
A Gabrje in quei giorni c'erano italiani, poi austriaci, poi italiani, poi austriaci…
A Dolje invece c'erano solo gli austriaci, e a Volarje c'erano solo gli italiani. A Gabrje invece era ancora incerto.
Il paese in cui sono stati profughi, vicino a Vienna = Bruck an der Leitha. Ci siamo stati per tre anni, fino al 1918…
La montagna che si vede dietro la foto, la chiamano il Kolovràt, più in alto è il Matajùr.
Quelli che sono stati in Italia si sono trovati meglio: non avevano fame, quelli; noialtri sì, invece.
34:52 Poi quando sono ritornati gli italiani, noi bambini andavamo a prenderci da mangiare con la gavetta e gli alpini avevano la gavetta più grande degli altri soldati, per mangiare. Dentro ci mettevano la menestra, la pastasutta, di tutto. Ah! che buona era la pastasutta. Quando sono arrivati gli italiani non c'era più fame…
L'uva che c'è nel pergolato del sig. Janìna … la chiamano katàjne… [la trevigiana bacò ?]… ma non ne fanno vino, anche perché ci sono gli uccelli che ne mangiano molta: è un'uva selvatica.
37:53 Janina ha fatto poi il soldato in fanteria, a Brescia, ma non è stato in guerra. Ha fatto il soldato nel 1926 e non si è trovato male. 

Janìna è il più vecchio di Volarje; dei parenti (la nuora?) mi indicano altra testimone a Gabrje: nella prima casa del paese, a sinistra, una donna vecchia: Marija Leban

Bruck an der Leitha, profughi - begunci - Flüchtlinge

Nessun commento:

Posta un commento